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5 cose fondamentali che fa il Social Media Manager professionista.

By Giugno 28, 2022No Comments

Fare il Social Media Manager oggi è tutt’altro che cosa semplice: non solo perché la concorrenza spietata sta dietro l’angolo, ma anche e soprattutto perché, se non si hanno le giuste basi e preparazione, è molto difficile far capire il valore del proprio lavoro… e venir visti come “i ragazzetti che gestiscono gli account social” (per i quali si vuole spendere poco!) ne è la diretta conseguenza.

D’altra parte non è nemmeno semplice per gli imprenditori, se non adeguatamente preparati, sapere se il Social Media Manager che hanno ingaggiato è solo un abile venditore di fumo o uno specialista in grado di far crescere il loro business.

1. Analisi, obiettivi e strategia, il Social Media Plan

ogni azienda è unica e ha bisogno di un progetto personalizzato per raggiungere il successo con i social.

Il professionista fa proprio questo, indipendentemente dal fatto che lavori con piccole, piccolissime o grandi aziende, ovvero stila un Social Media Plan e lo condivide con il cliente/capo prima di partire: l’operatività infatti porta risultati nel tempo solo se governata da una strategia, senza contare che l’approvazione da parte del committente è fondamentale prima di “iniziare i lavori”, pena incomprensioni, errori e la pubblicazione di contenuti nei quali il brand non si rispecchia.

2. KPI, i migliori amici del professionista

Definire degli obiettivi significa identificare le metriche più importanti della nostra attività e analizzarle periodicamente per capire se stiamo raggiungendo i risultati che ci siamo prefissati.

A differenza del Cugggino, che si limita a contare like, commenti e condivisioni, il professionista valuta con il cliente quali sono gli obiettivi da darsi (Aumentare la notorietà del brand? Favorire la considerazione di acquisto? Incrementare le richieste di informazioni? i contatti acquisiti? I clienti?) e, come spieghiamo nel corso Social Media Basics, ne verifica periodicamente il raggiungimento.

3. Il preventivo personalizzato e dettagliato

Quanti post sono previsti a settimana? Quante Stories? I contenuti vengono forniti dal cliente (es. foto, video) o dal professionista? Il budget per le ads è incluso o c’è una cifra consigliata da investire a parte? Sono previsti servizi aggiuntivi come shooting, attività di email marketing e co.? É prevista la gestione dei messaggi e dei commenti, in quali orari?

Il professionista sa che stilare un preventivo di Social Media Marketing come si deve non è fondamentale solo per dar valore al proprio lavoro (e dimostrare quante attività comporta), ma anche per evitare pericolosi misunderstanding (“pensavo il budget per le Ads fosse già incluso…”).

4. Il budget media, una condizione essenziale per avere risultati

prevedere un tot da investire in campagne pubblicitarie, specialmente quando parliamo di Facebook e Instagram, non è solo importante, ma andrebbe previsto da contratto.

Il professionista sa bene quanto la Portata Organica – il numero di persone che si raggiungono gratuitamente nei social – negli anni si sia progressivamente abbassata e come sia indispensabile investire in Facebook e Instagram Ads con costanza se si vogliono ottenere risultati concreti nel breve, medio e lungo termine, come contatti, richieste di informazioni e vendite.

Pensare di poter raggiungere obiettivi di business continuamente nel tempo senza ads è impossibile e solo se si è scarsamente preparati – o si lavora grazie alla totale ignoranza del committente, che ci lascia in mano gli account social senza troppe domande – si può pensare di intraprendere un’attività di questo tipo.

5. Il Piano Editoriale inesistente e i contenuti ultra-generici

Per avere risultati con i social è necessario coinvolgere le persone e per coinvolgerle è indispensabile offrire loro contenuti pertinenti, interessanti ed efficaci.

Questo il Social Media Manager professionista lo sa bene, ecco perché una delle principali attività sulle quali si concentra è la creazione di un piano editoriale sostenibile in grado di far raggiungere al brand i propri obiettivi di business, coinvolgendo gli utenti, appunto.

Educarli tramite tutorial, intrattenerli con contenuti di valore come ricette, novità, racconti o avvicinarli al brand raccontandone i dietro le quinte e le modalità di lavoro sono solo alcuni dei metodi che si possono utilizzare per creare una community e accompagnarla all’acquisto.

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