Non più solo i testi…
D’ora in poi, anche le emoji potrebbero costituire delle prove nelle cause intentate per diffamazione.
La vicenda è stata spiegata anche da La Repubblica:
“Il diffamatore ha commentato un post dedicato ai problemi di viabilità del comune di Luino. Nel commento, faceva espressamente riferimento ai ‘deficit visivi’ dell’imprenditore [il destinatario del commento, ndr], arricchendo la frase con la più classica dell’emoticon, quella in cui c’è la faccina che ride. E proprio qui, in quella faccina, emerge, secondo i giudici, la diffamazione“.
Occhio alle reaction che aggiungiamo, quindi…
Potrebbero davvero farci passare la voglia di ridere.
Fonte presa da: https://digitalflow.it