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Irene Iannone

Stories Esclusive visibili solo agli abbonati?

By NEWS

L’idea di Twitter di lanciare sul mercato nuove funzioni utili ai creatori di contenuti sulla piattaforma per monetizzare sembra riscuotere molti consensi anche tra le aziende rivali. Instagram, per esempio, sta realizzando la propria versione di Super Follows, ovverosia un sistema di abbonamenti che gli utenti potranno pagare per poter accedere a delle produzioni esclusive, come newsletter o video, offerte e sconti riservati, e per avere magari una relazione più diretta con i loro creator preferiti. Nel caso in questione questi contenuti “esclusivi” verrebbero pubblicati dai creator nelle storie di Instagram, rese disponibili solo per i loro fan paganti.

Le Storie Esclusive di Instagram

© Alessandro Paluzzi

A scoprire la presenza di questa nuova funzionalità in fase di test è stato il reverse engineer Alessandro Paluzzi, come sempre molto attento nella ricerca e scoperta di caratteristiche inedite nei codici delle app mobili. L’ingegnere ha pubblicato sul suo profilo Twitter una serie di screenshot e informazioni sulle sue scoperte. Queste ultime mostrano il modo in cui i creatori possono pubblicare quelle che vengono chiamate “Storie esclusive” sui loro account, che sono disegnati con un colore diverso dal solito (in questo caso viola).

Quando gli utenti di Instagram che non sono abbonati al profilo del creatore del contenuto condiviso, o che non hanno pagato la visione, troveranno una di queste Storie, verrà mostrato loro un messaggio che li avvisa del fatto che “solo i membri autorizzati” possono visualizzarlo. Dalle Storie Esclusive pare che non si potranno ricavare degli screenshot, ma potranno essere condivise dei momenti salienti. Oltre alle Storie Esclusive a pagamento e a un nuovo sistema di abbonamenti, Instagram pensa anche a NFT, Collezionabili digitali e alle stanze audio sulla falsariga di Clubhouse.

©Alessandro Paluzzi

Ricordiamo inoltre che la società ha da poco dichiarato a The Verge di aver recentemente avviato un test che offre a un piccolo sottoinsieme dei suoi utenti la possibilità di linkare un sito web utilizzando un adesivo nelle Storie.

Swipe Up per Tutti?

By NEWS

Per molto tempo, includere i link nelle Storie è qualcosa che Instagram ha permesso solo a pochi dei suoi utenti. Un account deve essere verificato dall’azienda o aver superato il traguardo dei 10mila follower per avere questa possibilità. Ma in quello che potrebbe essere un cambiamento drastico per Instagram, la società ha dichiarato a The Verge di aver recentemente avviato un test che offre a un piccolo sottoinsieme dei suoi utenti la possibilità di linkare un sito web utilizzando un adesivo nelle Storie.

Se la piattaforma alla fine consentirà a tutti di condividere i link in questo modo è ancora incerto. Per ora Vishal Shah, VP of Product presso la società, ha detto che al momento l’obiettivo è tenere traccia dei tipi di link che le persone pubblicano, nonché assicurarsi che non utilizzino la funzione per inviare spam e diffondere disinformazione. La speranza dell’azienda è di passare infine agli adesivi come principale modo in cui le persone accederanno ai siti web al di fuori della piattaforma.

Qualunque sia la direzione che Instagram prenderà dopo questo ultimo test, la società pare voglia sperimentare alcuni cambiamenti significativi nel funzionamento della sua piattaforma. Non molto tempo fa sembrava che non avrebbe mai permesso alle persone di pubblicare contenuti dai propri computer, ma la situazione è cambiata la scorsa settimana quando ha avviato un test per permettere ad alcuni utenti di fare proprio questo. Più o meno nello stesso periodo è iniziato un test per vedere come le persone rispondono alla visualizzazione dei post suggeriti nel loro feed.

Facebook, Instagram e Whatsapp: nuovi modi per fare shopping

By NEWS

Che Facebook, inteso come il gigante blu proprietario anche di Instagram, WhatsApp e Messenger, ormai da anni stesse lavorando per integrare l’esperienza di shopping all’interno dei propri spazi non è una novità.

A oggi infatti sono attivi 1.2 milioni di shop su queste piattaforme, che raccolgono circa 300 milioni di visitatori al mese.

Ciò che però è stato annunciato proprio in questi giorni mira a dare una vera e propria svolta al modo in cui gli utenti comprano online:

dall’uso avanzato dell’Intelligenza Artificiale, fino all’introduzione della possibilità di inserire gli Shop su Instagram e Marketplace, passando per soluzioni mirate a personalizzare il percorso di acquisto, scopriamo insieme cosa ci aspetta.

Arrivano gli Shop su WhatsApp e…su Marketplace!

Partiamo con il dire che, come riportato dallo stesso Facebook, il passaggio all’acquisto online che in molti hanno fatto durante la pandemia COVID-19 è tutt’altro che temporaneo: 1/3 degli acquirenti nel mondo dichiara di voler comunque trascorrere meno tempo all’interno dei negozi anche una volta che la pandemia sarà finita e 3/4 di loro dichiara di aver preso ispirazione per i propri acquisti su Facebook, Instagram, Whatsapp o Messenger.

Per quanto riguarda WhatsApp, a breve sarà possibile creare il proprio shop anche all’interno di questa piattaforma (il roll out è previsto in nazioni selezionate, qui la procedura), ma non finisce qui: infatti è già previsto per gli Stati Uniti il rilascio dello shop anche nel Marketplace, lo spazio dedicato agli acquisiti, dove fino a oggi i privati potevano vendere oggetti, macchine, auto e non solo. Si tratta di una novità davvero molto molto interessante, non solo perché il Marketplace raccoglie un miliardo di visitatori ogni mese, ma anche perché lì sarebbe possibile trovare utenti che stanno effettivamente cercando ciò che offriamo, magari con l’intento di acquistare.

Arrivano le Recensioni per gli shop su Instagram

Poiché gli utenti vogliono acquistare in sicurezza e in serenità, nei prossimi mesi è previsto anche il rilascio delle Recensioni e Valutazioni per gli Shop su Instagram, con tanto di video e immagini da parte della community. Creare e mantenere una buona reputazione per favorire gli acquisti sarà fondamentale, ancora di più all’interno della piattaforma.

L’introduzione di nuove tecnologie e strumenti per potenziare il Social Shopping

Facebook sta inoltre lavorando all’introduzione di nuove soluzioni per facilitare l’acquisto grazie alle Ads, come la possibilità di inviare i potenziali clienti nella sezione dello Shop in cui hanno più possibilità di acquistare, basandosi sul loro comportamento di acquisto (e quindi usare in modo ancora più efficace uno degli strumenti migliori per avere risultati concreti con le Facebook Ads, ovvero i Pubblici Personalizzati), ma non solo:

con le Inserzioni Collaborative diventa possibile per i brand che vendono prodotti tramite rivenditori e venditori pubblicare campagne di vendita dirette.

Viene ulteriormente potenziato l’utilizzo della Realtà Aumentata per rendere l’esperienza di scelta sempre più simile a quella di negozio ed è stato ampliato l’accesso alla funzionalità AR Try-on, qualcosa di davvero molto utile per settori come il beauty o l’home decor, che permette di “provare” il prodotto sul proprio viso o nell’ambiente di nostro interesse prima di acquistarlo.

Un’altra novità già annunciata in precedenza è quella relativa al Live Shopping, ovvero la possibilità di fare delle vere e proprie “televendite” in diretta sui social e vendere senza intermediari in tempo reale.

Una nuova esperienza di acquisto che apre un mare di possibilità alle piccole imprese…e non solo

Certamente la scelta da parte del gigante blu nell’aprirsi sempre più al Social Commerce offre l’opportunità di vendere in modo semplice online.

Specialmente per le piccole attività, spesso frenate dai costi o dall’impegno che richiede la creazione di un e-commerce proprietario, la possibilità di aprire uno Shop a costo zero sui social più blasonati e vendere senza intermediari è molto interessante (anche se, ricordiamo, non è ancora attiva in Italia): da notare inoltre che, lavorare negli spazi proprietari di Facebook permette di creare dei Pubblici Personalizzati raggiungibili con le campagne e che non risentono delle varie limitazioni imposte per esempio dall’introduzione di iOS 14.5.

Vale la pena sottolineare anche che “appoggiare” l’intero proprio business online solo su un sistema, come quello di Facebook, espone a grossi rischi:

ricordiamoci infatti che siamo sempre ospiti di uno spazio di terzi, spazio che si riserva di cambiare regole, strumenti, togliere e dare visibilità quando vuole. Insomma, guardiamo alle possibilità offerte dal gigante blu con attenzione, ma soprattutto, integrandoli all’interno di una strategia digitale che tenga conto anche di altri canali e strumenti per sostenere il proprio business, piccolo o grande che sia.

AR-Dynamic-Ads facebook

CREDITS: Veronica Gentili https://www.veronicagentili.com/facebook-instagram-e-whatsapp-nuovi-modi-per-fare-shoppi[…]di+per+fare+shopping&utm_campaign=BLOG+Facebook+news+shop

App per programmare storie Instagram: le 5 migliori del 2021

By TIPS

Qual è la migliore app per programmare storie Instagram? Esistono delle app per programmare le stories su Instagram gratis? Come funzionano questi tool nella pratica?

Le Instagram stories negli ultimi anni hanno decisamente preso il sopravvento sui post tradizionali (foto e video), a causa della loro immediatezza e delle loro numerose funzionalità, che permettono ai content creator di liberare al massimo la fantasia.

Esistono alcune app esterne ad Instagram che ci danno la possibilità di programmare e pubblicare in automatico le storie all’orario che vogliamo, aggiungendo anche sticker, sondaggi, musica, domande e molto altro ancora. Ovviamente si tratta di un’opzione estremamente comoda per tutti i social media manager, influencer, o per chiunque gestisca almeno un profilo Instagram aziendale in modo professionale.

In questo articolo vedremo quali sono le migliori app per programmare post Instagram nel 2021, spiegando anche nella pratica come effettuare tale operazione con una di esse. Oltre a ciò, risponderemo a tutte le principali domande che potresti avere sull’argomento.

Migliori app per programmare storie Instagram

Iniziamo subito con la classifica delle migliori app per programmare stories Instagram: quelle più amate e utilizzate dalle web agency e dai social media manager nel 2021, ma che risultano anche economiche e semplici da utilizzare per principianti assoluti.

1. Storrito

Storrito (qui il sito ufficiale) è il tool più completo per programmare storie su Instagram, dato che permette di schedulare la pubblicazione automatica di stories e di inserire direttamente anche stickers, GIF, domande o sondaggi, proprio come faresti con l’app di Instagram.

Puoi gestire il tutto dal tuo pc, postando storie all’istante, oppure fissando l’orario preciso di pubblicazione su Instagram e su Facebook. I numerosi template di stories messi a disposizione da questo tool renderanno molto più semplice il tuo lavoro!

É possibile utilizzare la versione free di Storrito, che prevede però un limite di scheduling abbastanza basso. Se lavori con i social network dovrai sicuramente pensare di attivare la versione a pagamento, ma avrai a disposizione uno strumento davvero valido.

2. Onlypult

Olnypult (qui il sito ufficiale) è un fantastico tool per programmare storie e post Instagram, ma anche contenuti per tutti gli altri social network esistenti: Facebook, Twitter, Linkedin, Google My Business, YouTube, TikTok, Tumblr, WordPress e Telegram.

Il funzionamento di Onlypult è davvero semplice ed intuitivo: è utilizzabile sia da mobile (tramite l’apposita app), che da desktop, e ti permette di programmare le storie su Instagram e rendere la pubblicazione automatica, senza la necessità di interventi successivi per confermare la pubblicazione.

Si tratta di un tool a pagamento, ma il prezzo è decisamente basso e l’abbonamento include davvero tante funzionalità interessanti, come: calendario editoriale integrato, correttore delle immagini, analytics e possibilità di gestire più di un account Instagram.

Puoi registrarti ad Onlypult tramite questo link, ed otterrai un periodo di prova gratuita di 7 giorni, che ti permetterà di testare questo strumento e capire se si adatta o meno alle tue esigenze.

3. Sked Social

Sked Social (qui il sito ufficiale) è un’altra delle migliori app esistenti sul mercato per la pianificazione e pubblicazione automatica di post, foto, video e storie su Instagram.

I principali punti di forza di Sked Social sono i seguenti:

  • calendario editoriale drag & drop per gestire meglio le pubblicazioni;
  • anteprima dei tuoi post come li vedresti su Instagram;
  • visual planner, che ti permette di pianificare a livello visivo il tuo feed;
  • disponibilità di app per mobile (iOS e Android);
  • report avanzati per analizzare tutti i risultati delle tue stories;
  • numero illimitato di utenti e collaboratori.

Già oltre 10 mila aziende, web agency e social media manager in tutto il mondo stanno usando in modo soddisfacente Sked Social, che risulta senza ombra di dubbio uno dei più promettenti tool per programmare storie Instagram e per organizzare da un punto di vista visivo il proprio feed, ancor prima di aver pubblicato i contenuti.

Te lo consiglio se stai cercando un tool semplice e altamente specifico per Instagram. I prezzi sono abbordabili, e puoi anche provarlo gratuitamente per 7 giorni cliccando qui.

4. Iconosquare

Iconosquare (qui il sito ufficiale) è una potente piattaforma di analisi, gestione e pianificazione per agenzie e professionisti di tutto il mondo che cercano di migliorare la loro presenza sui social media ed in particolare su Instagram.

Ti permette di programmare e pubblicare automaticamente le storie su Instagram, i post, i video, i caroselli e qualunque altra forma di contenuto, gestendo l’intero calendario editoriale direttamente dall’app. Grazie alla funzione “preview” avrai sempre un’anteprima del look del tuo feed Instagram, ancor prima di aver pubblicato i post.

A parte le funzionalità legate al publishing, Iconosquare offre anche delle potentissime analytics, e degli strumenti avanzati di social media listening, per spiare i tuoi competitor e monitorare tutto ciò che viene detto sui social riguardo il tuo brand.

Per registrarti ad Iconosquare ed ottenere una prova gratuita di 14 giorni sul servizio, ti invito a cliccare su questo link. Inoltre, inserendo al momento dell’acquisto il codice icopromo5, otterrai immediatamente uno sconto del 5%.

5. Later

Later (qui il sito ufficiale) è partner ufficiale di Facebook, ed è uno dei tool più utilizzati in assoluto per programmare post e storie su Instagram o sugli altri social network principali.

Nella sua versione gratuita offre solo la possibilità di essere utilizzato da un utente per un singolo account, e di programmare un massimo di 30 post (le stories restano escluse). Se si vuole accedere a tutte le potenzialità di Later, è necessario passare ad uno dei piani a pagamento. Ecco alcune delle funzionalità avanzate della versione pro di Later:

  • Instagram analytics;
  • Programmazione di storie Instagram;
  • Suggerimento dei migliori hashtag;
  • Visual planner di Instagram;
  • Suggerimento dei migliori orari per pubblicare;
  • Calendario editoriale.

Tieni però presente che Later funziona solo se lo installi anche nel tuo dispositivo mobile e lo rendi attivo. Infatti, prima della pubblicazione ti arriverà una notifica. Questa ti consentirà anche di apportare le ultime modifiche al post, prima di confermare la pubblicazione.

Come programmare storie su Instagram con Storrito

Dopo aver visto quali sono le migliori app per programmare stories Instagram, è giunto il momento di passare alla pratica e scoprire come effettuare tale operazione con una di esse. In particolare abbiamo scelto Storrito, che è la più potente di tutte.

1. Registra il tuo account

Per prima cosa dovrai registrarti gratis su Storrito, cosa che puoi fare su questa pagina utilizzando un indirizzo email oppure il tuo conto Google. Una volta creato un account e aggiunti i dati del profilo Instagram che desideri gestire, potrai accedere al pannello di controllo, nel quale vedrai tutte le storie pubblicate in passato e quelle pianificate.

2. Carica un contenuto

A questo punto, tramite il pannello di controllo di Storrito, potrai caricare foto (.jpg, .png) o video (.mp4) all’interno della tua galleria. Una volta caricato il contenuto potrai direttamente programmarne la pubblicazione all’interno delle tue stories, oppure procedere alla modifica.

3. Modifica il tuo contenuto

Se decidi di modificare il tuo contenuto, l’editor di Storrito ti fornisce un ampio numero di opzioni per far apparire la tua foto o il tuo video nel migliore dei modi su Instagram. Potrai ad esempio aggiungere hashtag, menzioni, sticker interattivi e molto altro ancora.

4. Programma la storia

Quando hai concluso le modifiche ti basta cliccare su “Salva” e Storrito ti mostrerà tutte le opzioni relative alla pianificazione della storia sull’account Instagram che avevi precedentemente connesso. Aggiungi il weblink, scegli la data e l’ora di pubblicazione (oppure clicca sul pulsante “post now” per pubblicare all’istante) ed il gioco è fatto!

Se anche tu vuoi iniziare a programmare storie Instagram comodamente dal tuo pc, ti invito a provare Storrito registrando un account gratuito su questa pagina.

Hai la possibilità di programmare fino a 50 storie senza spendere un centesimo, dopodiché, se vorrai continuare ad utilizzare il tool, potrai passare al piano premium che costa attualmente 15 dollari al mese. Per maggiori informazioni clicca qui.

Grosse ed importanti novità FACEBOOK:

By NEWS



Come avrai notato gli ultimi anni, Facebook ha dato e darà sempre più visibilità ai Gruppi,
questo perché sta cambiando il modo in cui usiamo i social.

 

Sempre più infatti usiamo Facebook per informarci, confrontarci in gruppi di settore e tramite messaggi privati, meno come strumento per condividere pubblicamente ciò che facciamo.
In questa ottica, i Gruppi rappresentano una grande risorsa di business, capace di raccogliere clienti e potenziali clienti sotto un unico “cappello” e favorire una conversazione e un confronto attivo…oltre a essere un potente strumento di acquisizione clienti e vendita.

Tra i tool in roll out per i Gruppi appena annunciati da Facebook e assolutamente da conoscere:

 Admin home: una destinazione unica per gli amministratori, in cui vedere a colpo d’occhio i post e i membri che meritano attenzione, trovare gli strumenti più importanti e accedere alle nuove funzionalità.

✅ Moderazione automatica di post e commenti: permette di bloccare utenti e post promozionali che rispondono a specifici criteri, impostati dai moderatori. In test anche Conflict Alerts, tool basato sull’Intelligenza Artificiale che permette di scovare velocemente conversazioni “pericolose” nel gruppo e avvertire gli admin. In situazioni critiche sarà possibile limitare quante volte un membro può commentare e controllare la frequenza dei commenti su di un post specifico.

✅ Member Summary: una sezione dedicata in cui gli admin possono vedere un sommario delle attività dei membri del gruppo e le loro attività per gestire al meglio la community.

I gruppi sono il presente e il futuro di Facebook e diventa sempre più importante integrarli in ottica di business per creare una community attiva e profilata

LE GUIDE DI INSTAGRAM: PERCHÈ DOVRESTI USARLE E COME

By TIPS

(Respira, te lo spieghiamo noi!)

Instagram punta a vincere lo scettro di social più ricco di funzionalità di ogni tipo e quindi, proprio ora che hai ormai imparato a padroneggiare stories, IGTV e reels, ecco che tira fuori un’altra funzionalità dal cilindro: le Instagram Guides, o più banalmente guide!

Dai, non disperare, raccogli il cellulare dal secchio che te lo spieghiamo noi come funziona.

Le guide sono una nuova funzionalità a metà strada tra il carosello e il post di un blog e ci permettono di riunire in un unico posto i migliori contenuti realizzati da noi o da altri. Praticamente sono la versione digitale di un ornitorinco, ma più utile.

Erano state inizialmente pensate come strumento per i viaggi, per ispirare e suggerire itinerari. Complice la pandemia e l’impossibilità di viaggiare in libertà, Instagram ha deciso di lanciarle per i contenuti dedicati al benessere della persona e sul finire dell’anno le ha poi estese a tutti gli utenti del social e a tutti gli argomenti. 

In breve quello che doveva servirti come guida per i tuoi innumerevoli viaggi per far rosicare ogni essere vivente, ora rischia di diventare uno strumento per far rosicare te che non puoi più viaggiare (o quasi). Quindi babbo Facebook ha pensato: perché non lo usi per far vedere le tue ricette, le tue raccolte di gattini carini, canini dolcini, di come vai forte facendo workout (perché lo sai che prima o poi dovrai rientrarci in quel costume).

Eddai, perché adesso stai piangendo?

FONTE: ACEGIF.COM

Che vantaggi ci sono? Come che vantaggi ci sono?!

A differenza di altri aggiornamenti machiavellici, le guide sono molto facili da usare e possiamo riscontrare due grandi vantaggi nel loro utilizzo.

  1. Innanzitutto, Instagram è un social prettamente visuale (ti abbiamo spiazzato, eh?) dove immagini e video la fanno da padroni. Con le guide, Instagram tenta di spostare il focus dal visual al testo e ci permette di trasformare i nostri profili in microblog: infatti si può aggiungere un testo (facoltativo) che spieghi in maniera più completa l’immagine che si sta visualizzando. Sei contento? Adesso sì che puoi mettere le frasi dei più grandi filosofi sotto il tuo fisico scolpito dal sole e dalle Peroni spiegando in maniera approfondita perchè è la tua birra preferita!
  2. L’altro vantaggio riguarda la possibilità di avere tutti i tuoi contenuti raccolti in unico posto: nei profili delle aziende o degli influencer, i post si succedono in rapida sequenza ed è molto facile che contenuti interessanti si perdano nel mare magnum di Instagram. con questo strumento, invece, è possibile ordinare tutti i post per gruppi tematici e renderli facilmente accessibili a chiunque. Sì, a chiunque, pure a tuo cugino, quello da cui ti sei fatto fare il sito (vergognati!).

Sì, ma quindi come si crea una guida?

Di tutte le funzioni inserite nel tempo da Instagram, le guide sono tra le più facili da utilizzare e realizzare e sono disponibili per ogni tipo di profilo (personale, business o creator).

Per creare la tua prima guida segui queste istruzioni:

  • entra nel tuo profilo e premi il pulsante con il “+” in alto a destra. 
  • compariranno una serie di voci (se le senti, invece di vederle, non è un problema informatico).
  • l’ultima è quella che stavamo cercando: clicca su “guida” e poi scegli il tipo che preferisci.

Come dici? Non sai quale tipologia scegliere? Calmati, ci arriveremo tra un attimo. 

Una volta che hai selezionato i contenuti di tuo interesse, procedi in questo modo (un ultimo sforzo, ci siamo quasi):

  • Clicca “Avanti” e dai un titolo alla tua guida.
  • Scegli un’immagine di copertina (deve necessariamente essere uno dei post che hai scelto).

Tac, il gioco è fatto!

Da questo momento una nuova tab (che, indovina un po’, ha la forma di una guida cartacea) comparirà sul tuo profilo e da lì chiunque potrà facilmente accedere ai contenuti che hai selezionato. 

Puoi modificare la guida in qualunque momento aggiungendo o rimuovendo contenuti, ma ricorda: hai un limite massimo di post che varia per ciascun tipo di guida (solo un altro po’ di pazienza, ci stiamo arrivando). 

Vuoi far sapere ai tuoi follower che hai creato una nuova guida? 

Puoi condividerla nelle tue stories o inviarla privatamente a chi preferisci. Sì, dai, manda la tua guida su come fare la pasta a mano a tua nonna se hai il coraggio. FALLO!

Come scegliere la guida giusta?

Eccoci finalmente alla parte che stavi aspettando: che guida scegliere e perché? Saresti perso senza di noi, mettiti comodo.

FONTE: EMUGIFS.NET

Come accennato sopra, ci sono tre tipi di guide che rispondono a esigenze diverse. Vediamole più nel dettaglio:

  1. LUOGHI: in questa guida puoi inserire contenuti legati a un luogo specifico e rintracciabile attraverso la geolocalizzazione. In altre parole, per poter inserire un determinato contenuto in questa guida è necessario che esso sia stato localizzato in un luogo fisico. Una caratteristica interessante di questa tipologia è che non solo ti permette di visualizzare i contenuti geolocalizzati presenti nel tuo profilo, ma anche tutti i contenuti pubblici geolocalizzati nel luogo che hai cercato. Questo aspetto può essere molto utile per determinate categorie di attività, perché permette di utilizzare facilmente i contenuti generati dagli utenti (i famosi UGC).  Facciamo subito un esempio pratico: immaginiamo che tu gestisca una catena di hotel (e che tu non ci abbia invitato). Puoi utilizzare foto reali scattate dagli ospiti che hanno soggiornato nella tua struttura e hanno deciso di utilizzare la funzione “Aggiungi luogo” prima di pubblicare il proprio contenuto sul social. È sicuramente un modo per generare engagement e ottenere visibilità: informa il tuo cliente che lo hai inserito nella guida, potrebbe decidere di inserirla nelle sue stories e condividerla così con tutti i suoi follower. Un po’ come per le registrazioni di Facebook, ma inserite in una Hall of Fame. Attenzione, ecco il primo limite: per ogni luogo puoi inserire un massimo di 5 post, quindi sceglili attentamente!
  2. PRODOTTI: la scelta di Instagram di inserire un’intera guida collegata allo Shop fa capire quanto il social stia spingendo sulla vendita in app (Mastrota stai leggendo?). Ad ogni modo, questa guida è molto utile per quelle attività che hanno deciso di aprire lo Shop. Come per la guida precedente, puoi selezionare sia il tuo shop personale sia quello di qualunque altra attività (se non sai quali vantaggi se ne traggono continua a seguirci, perché a breve pubblicheremo un articolo proprio su questo argomento). Una volta selezionato, visualizzerai tutti i prodotti disponibili e potrai scegliere uno o più post correlati al prodotto. È un ottimo strumento perché ti permette di creare una sorta di catalogo e, sempre in ottica vendite, selezionando il post puoi arrivare direttamente alla pagina del sito del venditore.  Esempio pratico: sei un influencer? (Ma chi ci crede! ah lo sei davvero?) Puoi utilizzare questa guida per indicare comodamente ai tuoi follower le aziende con cui collabori. Puoi realizzare tutte le guide che vuoi suddividendole magari per categoria merceologica. 
  3. POST: l’ultima tra le tipologie di guide proposte da Instagram è quella che consente di raccogliere in un unico “contenitore” post propri o di altri utenti. Attenzione però: non è possibile inserire qualunque post pubblico, ma solo quelli che abbiamo scelto di salvare, inserendoli nei nostri segnalibri. Si, quelli a forma di segnalibro. In questo tipo di guida puoi inserire fino a un massimo di 30 contenuti. Sai che puoi inserirci non solo post, ma anche reels e IGTV? Per farlo, però, ricordati che devi prima averli pubblicati sul tuo feed, altrimenti non li visualizzerai al momento della selezione. A chi può essere utile questo tipo di guida? Facciamo un ultimo esempio pratico: immagina stavolta di essere un graphic designer. Hai pubblicato sul tuo feed alcuni dei tuoi progetti o hai salvato nei segnalibri i contenuti che hai realizzato per i clienti? Crea una guida con i tuoi lavori migliori, aggiungi una didascalia esplicativa per ognuno di loro e avrai tra le mani un portfolio digitale sempre disponibile sul tuo profilo e modificabile in ogni momento. Hai bisogno di mostrarlo a un potenziale cliente che ti ha contattato via Instagram? Facile, clicca sull’aeroplanino che trovi in alto a destra nella guida e inviaglielo subito come messaggio diretto! Sbrigati, non vede l’ora di pagarti in visibilità (anche se quella te la sta dando già Instagram).

Qualche altra idea per utilizzare al meglio le guide per la tua attività.

Non hai ancora ben chiara l’utilità di questo nuovo strumento? Va bene, non ti urlerò contro, dai, vieni qui.

Ecco qualche altro possibile spunto per te:

  • Potresti usare la guida di tipo post per lo storytelling aziendale: scegli i post più evocativi che hai pubblicato sul tuo profilo e arricchiscili con una descrizione che racconti i valori e la mission della tua azienda. Ricordati di togliere le foto del party aziendale prima.
  • Hai lo Shop su Instagram? Sfrutta la guida Prodotti per creare dei mini-cataloghi tematici, raggruppando per esempio idee regalo per la Festa del Papà o presentando tutti i prodotti della nuova collezione. Questa è proprio bella di idea eh!
  • Sei un’agenzia di viaggi? Con la guida “Luoghi” puoi suggerire itinerari di viaggio che ritieni particolarmente interessanti o raggruppare in un unico luogo i post dei clienti che hanno scelto di affidarsi a te per le proprie vacanze.

Shedding More Light on How Instagram Works

By NEWS

It’s hard to trust what you don’t understand. We want to do a better job of explaining how Instagram works. There are a lot of misconceptions out there, and we recognize that we can do more to help people understand what we do. Today, we’re sharing the first in a series of posts that will shed more light on how Instagram’s technology works and how it impacts the experiences that people have across the app. This first post tries to answer questions like “How does Instagram decide what shows up for me first?”; “Why do some of my posts get more views than others?”; and “How does Instagram decide what to show me in Explore?”

What is “the algorithm”?

One of the main misconceptions we want to clear up is the existence of “The Algorithm.” Instagram doesn’t have one algorithm that oversees what people do and don’t see on the app. We use a variety of algorithms, classifiers, and processes, each with its own purpose. We want to make the most of your time, and we believe that using technology to personalize your experience is the best way to do that.

When we first launched in 2010, Instagram was a single stream of photos in chronological order. But as more people joined and more was shared, it became impossible for most people to see everything, let alone all the posts they cared about. By 2016, people were missing 70% of all their posts in Feed, including almost half of posts from their close connections. So we developed and introduced a Feed that ranked posts based on what you care about most.

Each part of the app – Feed, Explore, Reels – uses its own algorithm tailored to how people use it. People tend to look for their closest friends in Stories, but they want to discover something entirely new in Explore. We rank things differently in different parts of the app, based on how people use them.

How we rank Feed and Stories

Over the years we’ve learned that Feed and Stories are places where people want to see content from their friends, family, and those they are closest to. With any ranking algorithm, how it works can be broken down into steps.

We start by defining the set of things we plan to rank in the first place. With Feed and with Stories this is relatively simple; it’s all the recent posts shared by the people you follow. There are a few exceptions, like ads, but the vast majority of what you see is shared by those you follow.

Next we take all the information we have about what was posted, the people who made those posts, and your preferences. We call these “signals”, and there are thousands of them. They include everything from what time a post was shared to whether you’re using a phone or the web to how often you like videos. The most important signals across Feed and Stories, roughly in order of importance, are:

  • Information about the post. These are signals both about how popular a post is – think how many people have liked it – and more mundane information about the content itself, like when it was posted, how long it is if it’s a video, and what location, if any, was attached to it.
  • Information about the person who posted. This helps us get a sense for how interesting the person might be to you, and includes signals like how many times people have interacted with that person in the past few weeks.
  • Your activity. This helps us understand what you might be interested in and includes signals such as how many posts you’ve liked.
  • Your history of interacting with someone. This gives us a sense of how interested you are generally in seeing posts from a particular person. An example is whether or not you comment on each other’s posts.

From there we make a set of predictions. These are educated guesses at how likely you are to interact with a post in different ways. There are roughly a dozen of these. In Feed, the five interactions we look at most closely are how likely you are to spend a few seconds on a post, comment on it, like it, save it, and tap on the profile photo. The more likely you are to take an action, and the more heavily we weigh that action, the higher up you’ll see the post. We add and remove signals and predictions over time, working to get better at surfacing what you’re interested in.

There are a few cases where we try to take other considerations into account. One example of this is where we try to avoid showing too many posts from the same person in a row. Another example is Stories that were “reshared” from Feed: until recently, we valued these Stories less, because we’ve heard consistently that people are more interested in seeing original Stories. But we see a swell of reshared posts in big moments – everything from the World Cup to social unrest – and in these moments people were expecting their Stories to reach more people than they did, so we stopped.

We always want to lean towards letting people express themselves, but when someone posts something that may jeopardize another person’s safety, we step in. We have Community Guidelines that apply not only to Feed and Stories, but to all of Instagram. Most of these rules are focused on keeping people safe. If you post something that goes against our Community Guidelines and we find it, we take it down. If this happens repeatedly, we may prevent you from sharing, and eventually we might suspend your account. If you think we’ve made a mistake – and we do make mistakes – you can appeal by following these steps.

Another important case to call out is misinformation. If you post something that third-party fact checkers label as misinformation, we don’t take it down, but we do apply a label and show the post lower in Feed and Stories. If you’ve posted misinformation multiple times, we may make all of your content harder to find.

How we rank Explore

Explore was designed to help you discover new things. The grid is made up of recommendations – photos and videos that we go out and find for you – which is very different from Feed and Stories, where the vast majority of what you see is from the accounts you follow.

Again, the first step we take is defining a set of posts to rank. To find photos and videos you might be interested in, we look at signals like what posts you’ve liked, saved, and commented on in the past. Let’s say you’ve recently liked a number of photos from San Francisco’s dumpling chef Cathay Bi (@dumplingclubsf). We then look at who else likes Cathay’s photos, and then what other accounts those people are interested in. Maybe people who like Cathay are also into the SF dim sum spot @dragonbeaux. In that case, the next time you open Explore, we might show you a photo or video from @dragonbeaux. In practice, this means that if you’re interested in dumplings you might see posts about related topics, like gyoza and dim sum, without us necessarily understanding what each post is about.

Once we’ve found a group of photos and videos you might be interested in, we then order them by how interested we think you are in each one, much like how we rank Feed and Stories. The best way to guess how interested you are in something is to predict how likely you are to do something with the post. The most important actions we predict in Explore include likes, saves, and shares. The most important signals we look at, in rough order of importance, are:

  • Information about the post. Here we are looking at how popular a post seems to be. These are signals like how many and how quickly other people are liking, commenting, sharing, and saving a post. These signals matter much more in Explore than they do in Feed or in Stories.
  • Your history of interacting with the person who posted. Most likely the post was shared by someone you’ve never heard of, but if you have interacted with them that gives us a sense of how interested you might be in what they shared.
  • Your activity. These are signals like what posts you’ve liked, saved or commented on and how you’ve interacted with posts in Explore in the past.
  • Information about the person who posted. These are signals like how many times people have interacted with that person in the past few weeks, to help find compelling content from a wide array of people.

You don’t follow the people you see in Explore, which changes the dynamic when you come across something problematic. If a friend you follow shares something offensive and you see that in your Feed, that’s between you and your friend. If you see something offensive in Explore from someone you’ve never heard of, that’s a different situation.

That’s why, in addition to our Community Guidelines, we have rules for what we recommend in places like Explore. We call these our Recommendations Guidelines. These include things like avoiding potentially upsetting or sensitive posts, for example, we aim to not show content that promotes tobacco or vaping use in Explore.

How we rank Reels

Reels is designed to entertain you. Much like Explore, the majority of what you see is from accounts you don’t follow. So we go through a very similar process where we first source reels we think you might like, and then order them based on how interesting we think they are to you.

With Reels, though, we’re specifically focused on what might entertain you. We survey people and ask whether they find a particular reel entertaining or funny, and learn from the feedback to get better at working out what will entertain people, with an eye towards smaller creators. The most important predictions we make are how likely you are to watch a reel all the way through, like it, say it was entertaining or funny, and go to the audio page (a proxy for whether or not you might be inspired to make your own reel.) The most important signals, roughly in order of importance, are:

  • Your activity. We look at things like which reels you’ve liked, commented on, and engaged with recently. These signals help us to understand what content might be relevant to you.
  • Your history of interacting with the person who posted. Like in Explore, it’s likely the video was made by someone you’ve never heard of, but if you have interacted with them that gives us a sense of how interested you might be in what they shared.
  • Information about the reel. These are signals about the content within the video such as the audio track, video understanding based on pixels and whole frames, as well as popularity.
  • Information about the person who posted. We consider popularity to help find compelling content from a wide array of people and give everyone a chance to find their audience.

The same Recommendation Guidelines that apply to Explore apply to reels. We also avoid recommending reels for other reasons, such as low-resolution or watermarked reels, or reels that focus on political issues or that are made by political figures, parties, or government officials – or on their behalf.

“Shadowbanning”

People often accuse us of “shadowbanning” or silencing them. It’s a broad term that people use to describe many different experiences they have on Instagram. We recognize that we haven’t always done enough to explain why we take down content when we do, what is recommendable and what isn’t, and how Instagram works more broadly. As a result, we understand people are inevitably going to come to their own conclusions about why something happened, and that those conclusions may leave people feeling confused or victimized. That’s never our intention, and we’re working hard on improvements here. We also manage millions of reports a day, which means making a mistake on even a small percentage of those reports affects thousands of people.

We also hear that people consider their posts getting fewer likes or comments as a form of “shadowbanning”. We can’t promise you that you’ll consistently reach the same amount of people when you post. The truth is most of your followers won’t see what you share, because most look at less than half of their Feed. But we can be more transparent about why we take things down when we do, work to make fewer mistakes – and fix them quickly when we do – and better explain how our systems work. We’re developing better in-app notifications so people know in the moment why, for instance, their post was taken down, and exploring ways to let people know when what they post goes against our Recommendations Guidelines. We’ll have more to share soon, and we’ll also go more in-depth on these topics in this series.

How you can influence what you see

How you use Instagram heavily influences the things you see and don’t see. You help improve the experience simply by interacting with the profiles and posts you enjoy, but there are a few more explicit things you can do to influence what you see.

  • Pick your Close Friends. You can select your close friends for Stories. This was designed as a way to let you share with just the people closest to you, but we will also prioritize these friends in both Feed and Stories.
  • Mute people you’re not interested in. You can mute an account if you’d like to stop seeing what they share, but are hesitant about unfollowing them entirely. This way, people don’t know you’ve muted them.
  • Mark recommended posts as “Not Interested.” Whenever you see a recommendation, whether it’s in Explore or in Feed, you can indicate you are “not interested” in that post. We will do our best not to show you similar recommendations in the future.

Providing more context on how content is ranked, shown, and moderated on Instagram is only part of the equation. There is more we can do to help you to shape your Instagram experience based on what you like. We also need to continue to improve our ranking technology and, of course, make fewer mistakes. Our plan is to be proactive about explaining our work across all three areas from here on out. Stay tuned.

Facebook annuncia WhatsApp Business ,Messenger ed Instagram API

By NEWS

Con un annuncio ufficiale, Facebook ha reso molto chiaro dove sta investendo e investirà nel prossimo futuro:
Facebook annuncia una serie di novità molto, molto importanti chiarendo la propria visione: i messaggi sono e saranno la via primaria di comunicazione tra persone e aziende.
Ecco cosa ci aspetta…

Usare la WhatsApp API sarà ancora più semplice: ogni giorno oltre 175 milioni di persone contattano le aziende su WhatsApp per richiedere informazioni o supporto e adesso l’integrazione per i brand sarà molto più facile. Non solo sarà possibile accedere l’API in pochi minuti (prima richiedeva settimane!), ma saranno supportate più tipologie di messaggi, anche interattivi

Arrivano le Business App: sarà possibile integrare strumenti di terze parti direttamente nella Business Suite, la piattaforma introdotta di recente da Facebook per gestire i vari account business in un unico posto. Sarà inoltre possibile loggarsi in Messenger per interagire con i brand direttamente dal flusso del Facebook Login

Messenger API for Instagram finalmente disponibile per tutti gli sviluppatori: il 90% delle persone oggi segue almeno un’azienda su Instagram, la possibilità di messaggiarla è una delle ragioni principali. Grazie all’apertura delle API, finalmente i brand potranno integrare i Messaggi Diretti con i tool che usano per gestire le conversazioni. I messaggi non sono un trend passeggero, ma un canale di comunicazione ormai indispensabile tra brand e persone.

Facebook Ads, i peggiori errori da evitare

By TIPS

Ebbene sì, Facebook offre una delle piattaforme pubblicitarie non solo più potenti del mondo, ma anche più “democratiche” sulla faccia della terra; basta 1 euro al giorno per iniziare e il sistema offre metodi davvero iper-semplificati per fare pubblicità, senza contare i solleciti continui che arrivano a chiunque apra una pagina:

dal “questo post ha performance dell’85% migliori rispetto agli altri, che fai? Non lo promuovi?” al “raggiungi le persone nelle vicinanze con 5 euro”.

Se poi ci mettiamo il fatto che la Portata Organica – il numero di persone raggiunte “senza pagare” attraverso i contenuti generati dalla pagina – è in picchiata da anni e non accenna a risalire, va da sé che investire in Facebook Ads, per chi ha intenzione di renderla una vera risorsa di business, non è una scelta, è un obbligo.

Faccio ogni giorno consulenze e coaching ad aziende che spendono dalle poche decine alle migliaia di euro al giorno su Facebook e posso tranquillamente affermare che questo “entry level” molto basso può portare a risultati disastrosi perché è davvero molto, molto semplice trasformare quello che sembra un investimento su Facebook in uno spreco di soldi, raccontandosi che magari è comunque “visibilità che entra”… senza contare che per la piccola impresa anche solo 200 euro al mese “sprecati” su Facebook sono comunque soldi, bei soldi.

Quali sono quindi gli errori più frequenti nelle Facebook Ads e quindi assolutamente da evitare?

Quali quelli che fanno sprecare più soldi, purtroppo senza rendersene conto?

1. Non usare il Pannello Gestione Inserzioni e fare le inserzioni solo direttamente dalla pagina (aka “Metti in evidenza il post”)

Sì lo so, è facile, veloce e sembra anche efficacissimo, in due click promuovi il post che ti interessa, in un attimo raggiungi le persone nelle vicinanze e vedere tutti quei “numerini” (like, commenti, condivisioni, persone raggiunte) che salgono dà una bella botta di autostima.

Il punto è che però le funzionalità di questi strumenti, pensate appunto per dare un modo semplice per promuoversi anche a chi ha zero competenze, sono davvero limitatissime e iper-semplificate, offrono molte meno opzioni di targeting (a meno che non si lavori sui pubblici personalizzati e salvati) e, in generale, vengono continuamente usate da chi ha davvero una scarsa conoscenza del sistema, e che quindi si ferma ai 4 numeri che offre Facebook circa le performance della propria campagna, che spesso hanno poco o niente a che vedere con dei veri indicatori di performance (tasso di conversione, Cost per Lead, Cost per Acquisition, etc).

Accetta un consiglio, inizia ad esplorare il Pannello Gestione Inserzioni, che all’inizio ti sembrerà davvero complesso, ma con il tempo ti permetterà di capire quali sono le vere potenzialità di questo social network.

2. Non fare test perché “non c’è budget”. O farne pochi e male

Ho sentito dire a volte “non abbiamo abbastanza soldi/tempo per fare test” o “non ce n’è bisogno, sappiamo noi già cosa funziona”; ecco, queste affermazioni portano, quasi sicuramente, a buttare via soldi e per un semplice motivo.

Se non testi cosa funziona (immagine A o B? Pubblico X o Y? Instagram o Facebook?) rischi davvero di pagare molto di più di quello che potresti per azione, quindi se con 100 euro potresti raccogliere, che so, 40 contatti, in realtà ne raccogli 15 spendendo la stessa cifra, solo perché non hai provato un’immagine, un pubblico, un’offerta che ti darebbe molti più risultati con la stessa spesa.

Di come vanno fatti i test per dare risultati sensati e affidabili ne parliamo nel corso Facebook Ads dalla A alla Z, quello che però è essenziale capire per non buttare i propri soldi è che devi, sempre, lasciare un po’ di budget per capire cosa performa meglio prima di “buttarti”, evitando di affidarti all’esperienza di un’amico che “sa che funzionano meglio le carousel” o che promette “usa le Lead Ads e vai sul sicuro”.

Ogni settore, realtà, campagna, ma anche periodo di tempo, è una realtà a sé, devi testare per capire cosa funziona meglio per le tue Facebook Ads, di volta in volta.

In questo senso, un buon metodo è quello di destinare sempre almeno un 20% del budget ai test, in modo da investire il budget restante oculatamente.

3. Non usare il Facebook Pixel…o usarlo poco e male

Lo sapevi che, secondo un test fatto da Facebook su oltre 20.000 inserzionisti, ottimizzare per link clink quando il vero obiettivo sono le conversioni può portare a un costo per conversione (contatto, richiesta di informazioni, acquisto…) più alto del 150%?

Credo non ci sia errore peggiore del non tracciare gli effettivi risultati che portano le nostre campagne su Facebook, al di là di reazioni, commenti, condivisioni, persone raggiunte, eccetera.

Altro errore fatale: se il tuo obiettivo è portare conversioni, siano esse contatti, aggiunte al carrello, acquisti, registrazioni, o quant’altro, non c’è niente di peggio che prendere come indicatore di performance il Costo per Click perché “non abbiamo messo il Facebook Pixel”…sai quanti gruppi inserzioni ho visto che avevano un CPC più alto di altri, ma un Costo per Conversione decisamente più basso?

Non solo è di fondamentale importanza usare il Facebook Pixel, implementare la Conversion API e la Misurazione degli eventi aggregati, ma ovviamente tracciare le Conversioni che porta sul nostro sito, in modo corretto e quanto più possibile efficace, fino a poter determinare il ROAS (Ritorno sull’Investimento Pubblicitario), se possibile, che è poi quello che conta davvero.

Investimento ritorno facebook ads

Come vedi qui sopra, inserendo il pixel correttamente, tracciando le conversioni e relativo valore, io so che ho speso circa 225 euro e me ne sono ritornate in tasca oltre 3000. Al di là dei like, delle impression e di qualsiasi altra metrica, questo è fondamentale da misurare, quanto spendi e quanto ti ritorna in tasca ed è questo che devi voler sapere.

4. Mettere ” tutte le uova in un cesto”

Questo è un errore che vedo fare spessissimo, ovvero investire tutto o quasi in una sola tipologia di campagne, siano esse ottimizzate per interazione, traffico o conversione.

Tutto questo per un semplice motivo:

tranne rari casi, la maggior parte delle persone non acquisterà da te dopo essere entrato in contatto con il tuo brand una volta sola, avrà bisogno di conoscere i tuoi prodotti/servizi, arrivare a prenderne in considerazione l’acquisto, magari rispondere a dubbi o domande che ha in merito e finalmente acquistare: per poter accompagnare i tuoi potenziali clienti in questo processo e ottimizzare i risultati delle tue campagne, con ogni probabilità dovrai creare un funnel.

Devi creare un percorso di acquisto che ti permetta di far conoscere ciò che vendi, stimolare l’interesse e portare alla richiesta di info e acquisto per ottimizzare la tua spesa e avere il massimo risultato (naturalmente avvalendoti anche di altre strategie e strumenti, non solo dei social!), distribuendo il budget nelle varie fasi di acquisto, specialmente se rappresenti una piccola realtà che investe soprattutto in Facebook Ads nella propria strategia digitale.

5. Non usare i Pubblici Personalizzati e limitarsi ai “Pubblici Freddi”

Questo ahimé è uno degli errori più comuni che ho visto fare, anche a brand strutturati che investono migliaia di euro (se non decine) al mese sulla piattaforma.

Se ti limiti a usare i pubblici che crei attraverso le varie opzioni di targeting (età, sesso, luogo, interessi…), tecnicamente chiamati Pubblici Chiave, stai perdendo una grandissima occasione per acquisire contatti e clienti a costi decisamente più bassi con i Pubblici Personalizzati.

Si tratta di Pubblici creati a partire dalle persone che in qualche modo sono già entrate in contatto con il tuo brand o hanno espresso interesse verso i tuoi prodotti o servizi (es. chi ha interagito con la tua pagina Facebook, account Instagram, sito web, clienti acquisiti, etc) e che quindi sono verosimilmente molto più propensi a richiedere informazioni o acquistare.

I Pubblici Personalizzati, insieme al Facebook Pixel, sono uno degli strumenti più preziosi che la piattaforma mette a disposizione per acquisire contatti e clienti e trasformare il singolo acquisto in acquisto ripetuto, non puoi assolutamente esimerti dall’utilizzarli se vuoi rendere Facebook una vera risorsa di business, che tu venda offline o online.

Sì lo so, non è semplice fare Facebook Advertising “come si deve”, ma se riesci ad affrontare in modo professionale la piattaforma, a capirne le vere dinamiche o strumenti, può darti risultati davvero spettacolari. Che tu rappresenti un piccolo, medio o grande brand.

Sui profili Instagram arrivano i pronomi gender

By NEWS

Instagram si è finalmente attrezzata per permettere agli utenti di esprimere senza problemi né limitazioni la propria appartenenza gender o, come viene indicata in Italia, la propria identità di genere. Sei nato uomo ma ti senti donna o al contrario all’anagrafe ti hanno messo l’etichetta “F” ma fai di tutto per dimostrare di essere il contrario?

Oppure ti senti rappresentato da entrambi i generi binari, ma rifiuti l’ideologia di appartenere all’uno o all’altro? Insomma, chi vuol mettere in evidenza l’appartenenza a uno dei due sessi dal punto di vista culturale e non biologico, da questo momentolo può fare nel proprio account Instagram attraverso il nuovo pannello dei pronomi.

Il social della fotografia l’ha reso disponibile all’interno del pannello di modifica del profilo per gli account in alcuni paesi di lingua inglese, ma presto – promettono – sarà disponibile anche altrove. Per concezione non è molto diverso da quanto si può trovare in altri social network (come ad esempio è possibile fare su Facebook fin dal 2014) o sulle app delle piattaforme per gli incontri: in pratica è possibile aggiungere uno o più pronomi, fino ad un massimo di quattro, al fianco del proprio nome utente, che nel caso di Instagram saranno mostrati in grigio e potranno essere resi visibili soltanto a una ristretta cerchia di utenti selezionabile attraverso le impostazioni di questa nuova funzione.

Al momento su Instagram è possibile scegliere tra una serie di pronomi gender predefiniti (per ora ce ne sono 41) tra cui “lui”, “lei” e “loro”, ma se non si dovesse trovare quello che più fa al caso proprio è possibile usare il pannello di richiesta dei pronomi per richiederlo e la società promette di valutarne la futura implementazione. Per impostazione predefinita, se il profilo che ha aggiunto i pronomi ha meno di 18 anni, chi non lo segue non potrà leggerli, ma come detto è possibile regolare questa impostazione manualmente in base alle proprie preferenze.

Il pannello dei pronomi gender di Instagram permette così di risparmiare quella parte dei 150 caratteri disponibili nella biografia di Instagram che fino a questo momento veniva destinata proprio per chiarire la propria identità di genere, insieme al fatto che si può controllare anche in maniera migliore dal punto di vista della privacy. Chiaramente si possono aggiungere, rimuovere o modificare i pronomi in qualsiasi momento. «Stiamo offrendo alle persone più strumenti per esprimersi su Instagram» ha dichiarato un portavoce del social. «La condivisione dei pronomi è stata ampiamente adottata dalla nostra comunità e con questa funzione speriamo di normalizzarne ulteriormente l’adozione».

Si tratta di un’aggiunta che farà sicuramente felici tutte le persone LGBTQ+ (acronimo utilizzato per far riferimento alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e, più in generale, a tutte quelle persone che non si sentono pienamente rappresentate sotto l’etichetta di donna o uomo eterosessuale, mentre le famiglie LGBT+ o “arcobaleno”, sono quelle in cui almeno un genitore si identifica come tale, ndr) che potranno così mettere in chiaro quella che oggi viene definita con il termine “identità di genere”, ovvero il senso di appartenenza di una persona a un genere con il quale essa si identifica.

Come dicevamo Instagram non è la prima a introdurre una funzione di questo tipo ma, anzi, è anche in ritardo rispetto agli altri social network incluso LinkedIn, che l’ha aggiunto dopo che diversi reclutatori e persone in cerca di lavoro avevano notificato l’importanza di poter mettere in evidenza questa informazione che spesso viene presa in considerazione durante il processo di assunzione.

Ricordiamo che all’inizio di maggio Facebook ha annunciato che la fusione tra la chat di Instagram e Messenger è molto apprezzata dagli utenti ed è un successo. Tutti gli articoli di macitynet che parlano di FacebookWhatsApp e Instagramsono disponibili ai rispettivi collegamenti. Per tutti gli articoli di macitynet che parlano di iPhone e Android si parte dai rispettivi collegamenti.

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