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Facebook Ads, i peggiori errori da evitare

By TIPS

Ebbene sì, Facebook offre una delle piattaforme pubblicitarie non solo più potenti del mondo, ma anche più “democratiche” sulla faccia della terra; basta 1 euro al giorno per iniziare e il sistema offre metodi davvero iper-semplificati per fare pubblicità, senza contare i solleciti continui che arrivano a chiunque apra una pagina:

dal “questo post ha performance dell’85% migliori rispetto agli altri, che fai? Non lo promuovi?” al “raggiungi le persone nelle vicinanze con 5 euro”.

Se poi ci mettiamo il fatto che la Portata Organica – il numero di persone raggiunte “senza pagare” attraverso i contenuti generati dalla pagina – è in picchiata da anni e non accenna a risalire, va da sé che investire in Facebook Ads, per chi ha intenzione di renderla una vera risorsa di business, non è una scelta, è un obbligo.

Faccio ogni giorno consulenze e coaching ad aziende che spendono dalle poche decine alle migliaia di euro al giorno su Facebook e posso tranquillamente affermare che questo “entry level” molto basso può portare a risultati disastrosi perché è davvero molto, molto semplice trasformare quello che sembra un investimento su Facebook in uno spreco di soldi, raccontandosi che magari è comunque “visibilità che entra”… senza contare che per la piccola impresa anche solo 200 euro al mese “sprecati” su Facebook sono comunque soldi, bei soldi.

Quali sono quindi gli errori più frequenti nelle Facebook Ads e quindi assolutamente da evitare?

Quali quelli che fanno sprecare più soldi, purtroppo senza rendersene conto?

1. Non usare il Pannello Gestione Inserzioni e fare le inserzioni solo direttamente dalla pagina (aka “Metti in evidenza il post”)

Sì lo so, è facile, veloce e sembra anche efficacissimo, in due click promuovi il post che ti interessa, in un attimo raggiungi le persone nelle vicinanze e vedere tutti quei “numerini” (like, commenti, condivisioni, persone raggiunte) che salgono dà una bella botta di autostima.

Il punto è che però le funzionalità di questi strumenti, pensate appunto per dare un modo semplice per promuoversi anche a chi ha zero competenze, sono davvero limitatissime e iper-semplificate, offrono molte meno opzioni di targeting (a meno che non si lavori sui pubblici personalizzati e salvati) e, in generale, vengono continuamente usate da chi ha davvero una scarsa conoscenza del sistema, e che quindi si ferma ai 4 numeri che offre Facebook circa le performance della propria campagna, che spesso hanno poco o niente a che vedere con dei veri indicatori di performance (tasso di conversione, Cost per Lead, Cost per Acquisition, etc).

Accetta un consiglio, inizia ad esplorare il Pannello Gestione Inserzioni, che all’inizio ti sembrerà davvero complesso, ma con il tempo ti permetterà di capire quali sono le vere potenzialità di questo social network.

2. Non fare test perché “non c’è budget”. O farne pochi e male

Ho sentito dire a volte “non abbiamo abbastanza soldi/tempo per fare test” o “non ce n’è bisogno, sappiamo noi già cosa funziona”; ecco, queste affermazioni portano, quasi sicuramente, a buttare via soldi e per un semplice motivo.

Se non testi cosa funziona (immagine A o B? Pubblico X o Y? Instagram o Facebook?) rischi davvero di pagare molto di più di quello che potresti per azione, quindi se con 100 euro potresti raccogliere, che so, 40 contatti, in realtà ne raccogli 15 spendendo la stessa cifra, solo perché non hai provato un’immagine, un pubblico, un’offerta che ti darebbe molti più risultati con la stessa spesa.

Di come vanno fatti i test per dare risultati sensati e affidabili ne parliamo nel corso Facebook Ads dalla A alla Z, quello che però è essenziale capire per non buttare i propri soldi è che devi, sempre, lasciare un po’ di budget per capire cosa performa meglio prima di “buttarti”, evitando di affidarti all’esperienza di un’amico che “sa che funzionano meglio le carousel” o che promette “usa le Lead Ads e vai sul sicuro”.

Ogni settore, realtà, campagna, ma anche periodo di tempo, è una realtà a sé, devi testare per capire cosa funziona meglio per le tue Facebook Ads, di volta in volta.

In questo senso, un buon metodo è quello di destinare sempre almeno un 20% del budget ai test, in modo da investire il budget restante oculatamente.

3. Non usare il Facebook Pixel…o usarlo poco e male

Lo sapevi che, secondo un test fatto da Facebook su oltre 20.000 inserzionisti, ottimizzare per link clink quando il vero obiettivo sono le conversioni può portare a un costo per conversione (contatto, richiesta di informazioni, acquisto…) più alto del 150%?

Credo non ci sia errore peggiore del non tracciare gli effettivi risultati che portano le nostre campagne su Facebook, al di là di reazioni, commenti, condivisioni, persone raggiunte, eccetera.

Altro errore fatale: se il tuo obiettivo è portare conversioni, siano esse contatti, aggiunte al carrello, acquisti, registrazioni, o quant’altro, non c’è niente di peggio che prendere come indicatore di performance il Costo per Click perché “non abbiamo messo il Facebook Pixel”…sai quanti gruppi inserzioni ho visto che avevano un CPC più alto di altri, ma un Costo per Conversione decisamente più basso?

Non solo è di fondamentale importanza usare il Facebook Pixel, implementare la Conversion API e la Misurazione degli eventi aggregati, ma ovviamente tracciare le Conversioni che porta sul nostro sito, in modo corretto e quanto più possibile efficace, fino a poter determinare il ROAS (Ritorno sull’Investimento Pubblicitario), se possibile, che è poi quello che conta davvero.

Investimento ritorno facebook ads

Come vedi qui sopra, inserendo il pixel correttamente, tracciando le conversioni e relativo valore, io so che ho speso circa 225 euro e me ne sono ritornate in tasca oltre 3000. Al di là dei like, delle impression e di qualsiasi altra metrica, questo è fondamentale da misurare, quanto spendi e quanto ti ritorna in tasca ed è questo che devi voler sapere.

4. Mettere ” tutte le uova in un cesto”

Questo è un errore che vedo fare spessissimo, ovvero investire tutto o quasi in una sola tipologia di campagne, siano esse ottimizzate per interazione, traffico o conversione.

Tutto questo per un semplice motivo:

tranne rari casi, la maggior parte delle persone non acquisterà da te dopo essere entrato in contatto con il tuo brand una volta sola, avrà bisogno di conoscere i tuoi prodotti/servizi, arrivare a prenderne in considerazione l’acquisto, magari rispondere a dubbi o domande che ha in merito e finalmente acquistare: per poter accompagnare i tuoi potenziali clienti in questo processo e ottimizzare i risultati delle tue campagne, con ogni probabilità dovrai creare un funnel.

Devi creare un percorso di acquisto che ti permetta di far conoscere ciò che vendi, stimolare l’interesse e portare alla richiesta di info e acquisto per ottimizzare la tua spesa e avere il massimo risultato (naturalmente avvalendoti anche di altre strategie e strumenti, non solo dei social!), distribuendo il budget nelle varie fasi di acquisto, specialmente se rappresenti una piccola realtà che investe soprattutto in Facebook Ads nella propria strategia digitale.

5. Non usare i Pubblici Personalizzati e limitarsi ai “Pubblici Freddi”

Questo ahimé è uno degli errori più comuni che ho visto fare, anche a brand strutturati che investono migliaia di euro (se non decine) al mese sulla piattaforma.

Se ti limiti a usare i pubblici che crei attraverso le varie opzioni di targeting (età, sesso, luogo, interessi…), tecnicamente chiamati Pubblici Chiave, stai perdendo una grandissima occasione per acquisire contatti e clienti a costi decisamente più bassi con i Pubblici Personalizzati.

Si tratta di Pubblici creati a partire dalle persone che in qualche modo sono già entrate in contatto con il tuo brand o hanno espresso interesse verso i tuoi prodotti o servizi (es. chi ha interagito con la tua pagina Facebook, account Instagram, sito web, clienti acquisiti, etc) e che quindi sono verosimilmente molto più propensi a richiedere informazioni o acquistare.

I Pubblici Personalizzati, insieme al Facebook Pixel, sono uno degli strumenti più preziosi che la piattaforma mette a disposizione per acquisire contatti e clienti e trasformare il singolo acquisto in acquisto ripetuto, non puoi assolutamente esimerti dall’utilizzarli se vuoi rendere Facebook una vera risorsa di business, che tu venda offline o online.

Sì lo so, non è semplice fare Facebook Advertising “come si deve”, ma se riesci ad affrontare in modo professionale la piattaforma, a capirne le vere dinamiche o strumenti, può darti risultati davvero spettacolari. Che tu rappresenti un piccolo, medio o grande brand.

Raggiungi più persone con Facebook Wi-Fi

By TIPS

Raggiungi più di 100 000 aziende usando Facebook Wi-Fi per connettere un maggior numero di persone. Funzionamento di Facebook Wi-FiFacebook Wi-Fi consente alle persone di connettersi alla tua rete Wi-Fi senza bisogno di condividere alcuna password. Aumenta inoltre il numero di registrazioni sulla tua Pagina Facebook permettendo agli amici delle persone che la visitano di scoprire la tua attività.Primi passiPer iniziare, aggiungi facilmente le nostre funzioni alla tua rete Wi-Fi esistente. Il servizio è gratuito e la configurazione con un router compatibile e l’accesso da amministratore alla tua Pagina richiede circa 20 minuti. Se non disponi di un router compatibile, puoi acquistarne uno. In questa lista sono indicati i router compatibili con Facebook Wi-Fi e i dettagli su come acquistarne uno.

Funzioni e Vantaggi di Facebook Wi-Fi

:• Aumento delle persone che trovano la tua azienda: fatti conoscere dagli amici di coloro che hanno visitato la tua attività e dai milioni di persone che ogni mese cercano reti Wi-Fi su Facebook.

• Accesso sicuro alle reti Wi-Fi senza condivisione delle password: le persone che visitano la tua azienda non hanno più bisogno di una password per accedere alla tua rete Wi-Fi.

• Dati statistici sugli ospiti: informazioni di accesso anonime sul numero dei visitatori singoli e abituali che si sono registrati alla tua Pagina tramite Facebook Wi-Fi.Per maggiori informazioni sul prodotto, visita fbwifi.com. In alternativa, verifica se già possiedi un router compatibile ed esegui subito la configurazione.

Tool questa volta abbiamo deciso di concentrarci su di loro. Riteniamo davvero importante l’utilizzo dei Tool perché la gran parte di essi ci facilitano la vita ed il lavoro!

By TIPS

Molti dei nuovi TOOL purtroppo faticano ad emergere perchè i colossi storici sono troppo potenti allora… abbiamo deciso di dargli una mano e darvi qualche consiglio utile.

  • Hai mai sentito parlare di alternative a WE TRANSFER, bene questa volta te ne daremo 2.
  1. FILE MAIL > https://www.filemail.com/it
  2. WORMHOLE > https://wormhole.app/

Anche perchè diciamocelo, l’app di wetransfer sono più le volte che dà problemi…rispetto quelle in cui funziona!

Facebook, account pubblicitario bloccato. Cosa fare?

By TIPS

Capita molto più spesso di quanto si possa immaginare:
vuoi lanciare una campagna su Facebook o Instagram, passi dal Pannello Gestione per un check oppure apri una notifica inviata dal sistema ed subito doccia fredda:
l’account pubblicitario è soggetto a restrizioni o risulta bloccato.
Cosa è successo?
E, soprattutto, come risolvere il problema?

Facebook mi ha bloccato l’account pubblicitario: di chi è l’errore?

La prima cosa che dobbiamo fare, ancor prima di appellarci alla decisione presa e chiedere la riattivazione, è capire se è un errore di sistema (come vedremo tra poco, ahimé, capita spesso) o è un errore nostro.

Andando nel pannello Gestione Inserzioni (fai tutte le operazioni che vedremo da desktop, NON da mobile!) ti apparirà quasi certamente un avviso che ti informa circa la disattivazione dell’account come questo qui sotto, se non addirittura un pop up:

disattivazione account pubblicitario facebook avviso

Generalmente è accompagnato da un link di rimando ai dettagli del blocco e, cliccandoci sopra, il buon Facebook spiega – in modo più o meno fumoso, dipende dalla motivazione addotta – quale sarebbero le ragioni della disabilitazione e quali le conseguenze:

blocco account pubblicitario facebook esempio

Come puoi vedere, in questo caso le ragioni sarebbero una violazione delle Normative Pubblicitarie e, siccome in questo caso il proprietario dell’account si è svegliato un po’ troppo tardi, ormai non c’è nemmeno più possibilità di fare appello alla decisione presa.

PRO TIP: Proprio per evitare queste situazioni e monitorare lo stato di salute degli account pubblicitari che gestisci ti consiglio di consultare periodicamente la sezione Qualità dell’account, in cui non solo puoi verificare eventuali problemi con le campagne e inserzioni rigettate, ma anche errori e violazioni per le pagine, Commerce Manager e cataloghi che gestisci.

Cosa fare se la motivazione è la violazione delle Normative Pubblicitarie?

Prima di incolpare Facebook che prende lucciole per lanterne, ti consiglio di studiare bene (cosa che dovrebbero fare tutti prima di lanciare una campagna!) la policy relativa alle campagne su queste piattaforme: mi capita infatti molto spesso di ricevere richieste di aiuto da parte di persone che si lamentano che Facebook ha bloccato loro INSPIEGABILMENTE l’account, per poi scoprire che hanno violato palesemente le normative, per esempio promuovendo attività di marketing multilivello, prodotti vietati dalla piattaforma o siti web poco sicuri.

Ricorda infatti che stai lavorando con una piattaforma NON di tua proprietà, con regole ben precise e che si riserva il diritto di buttare fuori chiunque non le rispetti, specialmente in reiterata maniera.

Tieni inoltre a mente che ci sono account più attenzionati di altri, in particolar modo quelli appena creati: per mia esperienza, se fai un errore di violazione di policy con un account dotato di buono “storico”, quasi sempre viene rigettata solo la campagna o inserzione incriminata, mentre se fai anche piccoli errori con account nuovi e che quindi hanno tutto da dimostrare in termini di credibilità, è molto facile che venga subito bloccato tutto, spesso senza possibilità di appello.

Fai inoltre estrema attenzione nell’usare metodi di pagamento affidabili e non farti trovare con il conto/carta di debito scoperti: se Facebook ha problemi nel “riscuotere”, può sospenderti l’account, se non addirittura bloccarlo per sempre, senza possibilità di appello.

Lo ripeto nuovamente, perché è un punto molto, molto importante: i nuovi account pubblicitari sono soggetti a molti più controlli (per lo più automatici) e restrizioni di quelli con uno storico (positivo), quindi attento a non fare giochetti strani, promuovere prodotti o servizi vietati dalla policy, usare account personali “di gruppo” (ho visto agenzie usare account personali finti per gestire pagine e account pubblicitari, dando via via accesso ai vari membri dell’agenzia: ecco, questo è il male. Impariamo a usare e bene il Business Manager!), metodi di pagamento poco affidabili e carte semi-vuote.

Verifica sempre che il metodo di pagamento inserito sia valido e che ci siano soldi sul conto/carta se prepagata.

Qui trovi come risolvere il problema nel caso di errori di pagamento.

Tieni presente anche un altro piccolo particolare, di grande rilevanza: se il tuo profilo personale ha uno storico negativo (es. ti hanno bloccato vari account pubblicitari, pagine, Business Manager, hai ricevuto segnalazioni negative dagli utenti, etc) è facile che anche gli account pubblicitari che crei vengano bloccati dal sistema di controllo (basato per lo più su Intelligenza Artificiale), in virtù dello storico negativo e in modo preventivo. Dopo tutto, tu apriresti un nuovo conto corrente a un cattivo pagatore?

Anche in questo caso, come vedremo tra poco, potrai fare appello, ma naturalmente hai meno possibilità di riuscita.

Facebook mi ha bloccato l’account pubblicitario… ma io non ho fatto niente di male!

Ed eccoci a uno scenario molto comune:

Facebook ti blocca l’account pubblicitario (talvolta anche l’intero Business Manager) per motivi inesistenti.

Come detto il sistema è basato in modo importante sull’Intelligenza Artificiale (oltre 8 milioni di account pubblicitari attivi, sarebbe impossibile gestire tutto manualmente) che spesso prende lucciole per lanterne.

Pochi mesi fa, probabilmente a causa di un aggiornamento del sistema di controllo, sono stati bloccati migliaia di account pubblicitari assolutamente senza motivo, generalmente ripristinati dopo poco.

Anche noi ci siamo visti bloccare account di clienti che facevano campagne pubblicitarie da anni perché, dal giorno alla notte, secondo Facebook violavano le normative pubblicitarie o vi aveva visto pattern strani: non si tratta di piccole campagne, in realtà mi è capitato anche di veder bloccare account di clienti che spendevano centinaia di migliaia di euro/anno su Facebook e Instagram senza alcun motivo valido (la differenza in questo caso è una sola: generalmente chi ha un alto spending, ha anche un referente diretto che permette di velocizzare il processo di verifica e sblocco dell’account, se ci sono le condizioni).

Nel caso in cui ti veda bloccato l’account dall’oggi al domani senza motivo quindi hai 2 possibilità:

  • Fare appello: generalmente con l’avviso del blocco ti arriva anche un link che puoi usare per compilare un form di appello, in cui spieghi le motivazioni per le quali ritieni ingiusta la sospensione. In genere arriva una risposta nell’arco di 48 ore, direttamente dal sistema, viceversa basta recarsi alla voce Qualità dell’Account > Cosa puoi fare > Richiedi un controllo e seguire la procedura, come descritto qui
  • Contattare l’assistenza di Facebook, come ti ho spiegato in questo post. Come detto, il form non è attivo per tutti e in alcuni casi appare e scompare magicamente a periodi alterni (verosimilmente il fatto è legato al volume di richieste che il team Facebook può gestire in quel periodo). Nel caso, fatti “aprire la strada” da qualche collega e amico che ha la chat con l’assistenza abilitata. Purtroppo non dipende da me e possiamo farci ben poco, ma tieni presente che usare un Business Manager e centralizzare la gestione degli account per mia esperienza aumenta le probabilità che tu possa richiedere direttamente assistenza (e, un domani, un avere un account manager dedicato).

“La decisione è irrevocabile”. Cosa fare?

Una volta che hai fatto appello o hai contattato l’assistenza di Facebook per richiedere il ripristino, puoi trovarti di fronte a 2 scenari: l’account ti viene riabilitato (se non ricevi risposta entro 48 ore, insisti) o ti arriva la comunicazione che la decisione è irrevocabile, ovvero l’account è permanentemente disabilitato.

Per nostra esperienza in questi casi non c’è veramente niente da fare (è capitato anche a colleghi americani che spendevano milioni di euro da anni sulla piattaforma, per capirci): quello di Facebook è un sistema imperfetto, con un’assistenza spesso inesistente e una quantità di decisioni assurde prese in modo “irrevocabile” con i quali fare i conti. È totalmente ingiusto, ma è così.

Dato questo scenario, il consiglio è di aprire un nuovo account e condividere ove possibile pubblici e pixel, sempre con il Business Manager, anziché perdere tempo in una lotta contro i mulini a vento.

Certo, puoi chiedere una nuova revisione, ma in quasi 10 anni di attività non ho mai visto ripristinare un account pubblicitario dopo una decisione definita “inappellabile”, ecco.

Account pubblicitari bloccati o sospesi su Facebook: le dure verità con le quali fare i conti

Se lavori con il sistema pubblicitario di Facebook, sia per promuovere il tuo brand che quelli di terzi, devi fare i conti con un paio di dati di fatto il prima possibile, se non vuoi perdere la testa:

  • è un sistema sofisticato, molto efficace se usato come si deve, ma estremamente fallato: spesso vengono chiusi o sospesi account senza motivo e specie lato assistenza è estremamente lacunoso e negli anni Facebook non ha fatto niente per migliorare l’assistenza, specialmente alle piccole e medie imprese. È triste, ma è così
  • per i nuovi account è tutto molto più difficile: proprio perché non c’è uno storico attivo, si è più soggetti a controlli e quindi a blocchi immotivati
  • non è detto che se spendi tanto hai una buona assistenza e meno problemi: se può consolarti, sappi che non sempre spendere tanto significa non incappare in queste problematiche o negli assurdi blocchi di Facebook, semplicemente magari è più facile raggiungere qualche persona in carne e ossa.

Lo Shopping di Instagram per vendere all’estero

By TIPS

Capita spesso, mentre esploriamo i contenuti di Instagram, che la nostra attenzione sia catturata da post con l’icona di una shopping bag, su cui facciamo “tap” quasi automaticamente. Questo meccanismo è messo in atto dalla feature Shopping di Instagram, con la quale i brand possono taggare i propri prodotti nei loro post, indirizzando da qui gli utenti alla pagina web dell’articolo proposto. La funzione Shopping è soltanto uno dei numerosi passi che Instagram ha compiuto, dalla sua nascita fino ad oggi, verso l’aggiornamento costante, affermandosi sempre più come un canale privilegiato di vendita.

Shopping di Instagram

Ed i segnali di innovazione in quest’ambito non sembrano rallentare: con la feature Checkout Shopping, per ora attiva in fase di prova oltreoceano, gli utenti potranno acquistare direttamente sulla piattaforma di Instagram molti degli articoli che vi hanno trovato, senza doverla abbandonare per recarsi sull’e-commerce. È dunque una rivoluzione, che realizza la connessione tra piattaforme social ed e-commerce, all’interno di quella che è senza dubbio la vetrina ideale per mostrare i propri prodotti ad un pubblico potenzialmente infinito di utenti.

Come attivare la feature Shopping di Instagram

Per poter usufruire della funzione Instagram Shopping, bisogna avere un account professionale collegato alla pagina Facebook: con il pixel di Facebook, sarà infatti possibile tracciare i risultati delle campagne ed ottimizzare maggiormente gli obiettivi strategici. Per far sì che i prodotti brandizzati, attraverso la feature Shopping, appaiano sui post di Instagram affiancati dalla shopping bag, bisogna inserirli e catalogarli in una sorta di “contenitore”: una vetrina Facebook o un catalogo su Business Manager. Ciò renderà possibile selezionare su Instagram il tag che riporterà nome e prezzo del prodotto, ed il collegamento allo shop online.

Nel caso di un’azienda che sceglie di vendere i propri prodotti all’estero usando Instagram, è importante conoscere e sfruttare alcune tips molto utili per affacciarsi su nuovi orizzonti commerciali.

1. Analizza il contesto e scegli quali prodotti vendere all’estero

L’analisi preliminare del contesto in cui un brand si muove, permette di intercettare eventuali gap e colmarli, soddisfacendo o anticipando i bisogni dei potenziali consumatori. Un’attività di benchmarking potrebbe essere utile per analizzare le esperienze dei competitor ed ottenere spunti per una buona strategia di marketing, apprendere dai loro errori e successi, scoprire i rischi e le opportunità di quel segmento di mercato.

Se si sceglie di vendere all’estero utilizzando anche Instagram, bisogna verificare che l’azienda figuri nell’elenco dei Paesi abilitati ad attivare la funzione Shopping offerta dalla piattaforma Instagram; occorre inoltre conoscere e rispettare le normative di Facebook relative all’elenco dei prodotti che è possibile o meno vendere tramite questi canali.

È fondamentale capire quali siano, tra quelli a disposizione, i prodotti più adatti alla vendita all’estero, in base alle loro specificità, oltre che ai costi di spedizione e agli aspetti logistici; fatte queste considerazioni, si sceglierà quali prodotti includere nel catalogo.

2. Crea un’esperienza di shopping sempre coerente

Aumenta il livello di engagement attraverso i vari brand touchpoint e muoviti tra multicanalità e creatività, fornendo un’esperienza di marca che tenga conto di una gestione integrata di tutti i punti di contatto tra brand ed utente, in un’ottica cross-mediale.

Se Instagram si sta evolvendo fino a diventare un’estensione dell’e-commerce di un brand, è importante che l’utente viva lo spostamento da un ambiente all’altro della Rete come una transizione naturale. Nel percorso ultrarapido che va dal click sull’articolo nel post di Instagram alla pagina web del prodotto, è opportuno garantire una continuità tra i canali in cui si opera, per un migliore customer journey.

3. Stai operando su un mezzo di conversazione, oltre che di comunicazione

Nel mantenere coerenza e continuità, un ruolo importantissimo è svolto anche dalla lingua che si usa per comunicare. Soprattutto se si intende espandere il proprio brand anche all’estero, è necessario che i contenuti offerti sui diversi canali siano facilmente comprensibili in tutti i paesi di destinazione. Se un post Shopping su Instagram è molto interessante ma non parla la lingua del pubblico cui è destinato, esaurirà la sua funzione nella sola dimensione visiva; allo stesso modo, se un utente approda su un e-commerce di cui però non riesce a decifrare i contenuti, diminuirà il suo tempo di permanenza sul sito.

Disporre di un sito con la stessa lingua del Paese in cui si sceglie di vendere i propri prodotti permette anche di migliorare il tasso di conversioni ed aumentare la percentuale di possibili acquirenti. Ad esempio, nelle pagine di checkout è bene impostare la stessa lingua utilizzata in fase di pagamento: pena, l’abbandono del carrello da parte di chi non si è trasformato in un cliente effettivo. Allo stesso modo, se si decide di offrire i propri prodotti all’estero, anche le modalità di pagamento meritano un occhio di riguardo: è importante che l’utente possa pagare con la valuta locale, trovandosi a proprio agio in tutte le fasi dell’acquisto.

Pertanto, più facilmente riuscirai a conversare con il tuo pubblico, più l’awareness del tuo brand si accrescerà ed anche le conversioni o il tasso di permanenza online potrebbero subire interessanti variazioni.

4. Dai forma alla tua presenza

Realizzare un piano editoriale che includa la creazione di stories, post, live, IGTV, reels, e mantere una Instagram grid ben curata è ormai fondamentale per migliorare ed accrescere la brand reputation. Occorre creare contenuti che tengano conto della lingua, della cultura e dei trend del mercato in cui si sceglie di collocarsi: ciò diventa particolarmente importante se si sceglie di vendere all’estero tramite lo Shopping di Instagram.

Fai attenzione a non trasformare la tua pagina Instagram in un asettico showroom dei tuoi prodotti: rendila “accogliente”, uno spazio 2.0 in cui sia piacevole passare il tempo, spostandosi da un post all’altro, fruendo ed interagendo con i vari contenuti nei loro diversi formati. Sfrutta la dinamicità di questo ambiente mostrando agli utenti il tuo brand in azione: colloca i tuoi prodotti in contesti autentici, usali come elementi delle storie e delle esperienze che racconti tramite i tuoi contenuti.

Se vuoi usare il tuo profilo Instagram per vendere prodotti sia nel tuo Paese che all’estero, dovrai riuscire a posizionare i tag shopping all’interno di una narrazione. Instagram è, per sua natura, una piattaforma visiva: qui, le persone ricercano storie, ispirazioni. Per riuscire a convertire il tap sulla shopping bag in un acquisto compiuto, dovrai essere un abile storyteller, capace di raccontare in modo convincente ed accattivante il tuo brand, incuriosendo anche l’Instagramer più distratto, fino a renderlo così coinvolto da portarlo a trasformarsi in cliente o affiliato. Conversa con i tuoi follower, co-crea insieme a loro una storia che parli del tuo brand, attraverso un tono di voce coinvolgente e credibile, che sia soltanto tuo e ti differenzi dalla concorrenza. La forza persuasiva delle immagini, purché reali ed effettivamente percepite come tali, sarà determinante sulle decisioni d’acquisto.

Metti al centro della tua strategia le persone a cui ti rivolgi, crea identificazione e fornisci loro un mezzo per concludere il racconto: un link al tuo e-commerce.

5. Il dato parla: ascoltalo ed interpretalo

Il momento dell’analisi restituisce i risultati che la nostra strategia è riuscita ad avere in termini di interazioni e conversioni. Nel caso delle vendite all’estero, la varietà di mercati restituirà varietà anche nei dati ottenuti. Comparandoli, sarà possibile determinare i Paesi in cui è più conveniente espandersi, in termini di costi e risultati effettivi. Pertanto, scelti i Paesi da includere definitivamente nella propria strategia, si potrà proseguire con nuove campagne mirate a perseguire i molteplici obiettivi del brand.

Perché usare Instagram Shopping?

O meglio, perché non farlo? Testare questa funzionalità per vendere i propri prodotti anche all’estero può essere assolutamente vantaggioso. Se hai già un e-commerce, utilizzando la feature Shopping di Instagram potrai accrescere i punti di contatto con i potenziali utenti e facilitare le loro esperienze di acquisto, ma anche scoprire più facilmente come il tuo brand venga percepito nei vari Paesi.

Instagram: come usare Remix, la nuova funzione per Reels

By TIPS

Instagram introduce Remix in Reels: si tratta di una funzionalità simile ai Duetti di TikTok, ecco come funziona:

Instagram ha annunciato nelle scorse ore il lancio di una nuova funzionalità per la piattaforma Reels. Si chiama Remix e consente agli utenti di creare video reaction in perfetto stile TikTok, ovvero quelle clip realizzate in risposta ai filmati realizzati da altri utenti. Su TikTok, il social cinese che è molto popolare soprattutto tra gli adolescenti, la funzione si chiama Duetti ed è stata lanciata ormai tempo fa. Insomma, ancora una volta, Instagram, così come altri social network, attinge a piene mani dalle funzionalità più in voga tra quelle della concorrenza.

Remix: tutte le opzioni della nuova funzione

La funzionalità Remix sarà presente in maniera predefinita sui nuovi Reels caricati, mentre su quelli già esistenti non è disponibile. In questo caso, comunque, è possibile attivare la funzione in maniera manuale. Dopo aver avviato la registrazione tramite gli strumenti disponibili nella parte sinistra dell’interfaccia, gli utenti possono, tra le altre cose, aggiungere un audio, inserire effetti, sistemare alcuni aspetti del filmato, regolare la velocità di riproduzione o anche aggiungere un timer.

Come creare video di risposta su Instagram Reels

Per creare un Remix bisogna innanzitutto assicurarsi che l’app Reels sia aggiornata all’ultima release disponibile. In caso negativo, occorre appunto effettuare l’update, dopodiché la si può avviare come di consueto. A questo punto, occorre avviare la riproduzione di un video, dopodiché cliccare sull’icona del menu con i tre puntini e selezionare Crea un Remix. Ora si può avviare la registrazione di un video di risposta. La funzionalità è già disponibile anche per tutti gli utenti italiani che abbiano aggiornato l’app per dispositivi Android e iOS.

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